4 giugno 2022
Tra i riti nuziali con i quali il marito acquisiva la manus, la Confarreatio, così chiamata perché gli sposi facevano offerta di una focaccia di farro a Giove Capitolino, è sicuramente il più antico, che la tradizione faceva risalire a Romolo.
Gli sposi operavano un sacrificio bruciando poi la carne dell'animale sacrificato. Dal colore delle viscere dell’animale si traevano gli auspici del matrimonio: se queste erano chiare l’unione sarebbe stata fortunata; altrimenti la felicità era breve.
Gli sposi giravano attorno all’Ara, da destra a sinistra, pronunciando le parole rituali preceduti dall’augure e l’aruspice che portavano in un vaso i granelli di farro che dovevano essere gettati nel fuoco.
La pronuba accompagnava la Sposa davanti all’altare e porgeva allo sposo la focaccia di farro, che doveva essere assaggiata da entrambi gli Sposi e poi bruciata.
Dopodichè il matrimonio era concluso. Allora la sposa, seduta sopra una pelle di agnello, riceveva i complimenti e gli auguri dei parenti.
Seguiva poi il banchetto nuziale, alla fine del quale venivano distribuite piccole Focacce di Farro.
Questo è ciò che vedremo a Roma World in questa giornata di particolare interesse storico/culturale.
(intestazione)
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